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VERDE IRPINIA

VERDE IRPINIA

VERDE IRPINIA
I Castelli, i Borghi, i Santuari, le Abbazie più celebri dell’entroterra campano

Viaggio fra le meraviglie di una terra dai mille volti, in apparenza ferma nel tempo e nello spazio, ma in realtà viva ed affascinante.

PROGRAMMA

Sabato 28 agosto
 Partenza alle ore 05.30 da Arezzo Via Erbosa (unico posto di ritrovo previsto in Arezzo città per questo viaggio). Possibilità di salita, su richiesta a: Pieve al Toppo, Monte San Savino, Valdichiana, Chiusi, e da tutti i caselli lungo il percorso da cui pervenissero adesioni.
Previste una o due soste in autogrill.
Tour leader del viaggio: Dott Michele Tocchi. Arrivo in tarda mattinata nel caratteristico paese di MERCOGLIANO. Visita guidata del singolare abitato, ripidissimo, a picco ai piedi del Montevergine. L’origine del nome sembra derivare da “Mercurianum”, in riferimento al culto di Mercurio praticato dagli abitanti alle origini di questa località. Giungeremo a piedi fino alla singolare frazione di Capocastello, un borgo medioevale caratterizzato dalla sua crescita urbanistica verticale in pietra locale. Il nome Capocastello deriva dall’antico castello che si ergeva sulla cima e di cui visiteremo i ruderi.   Durante la salita, incontreremo tre chiese interessanti: la piccola Chiesa di San Giovanni, la Chiesa Madre di Mercogliano Santi Pietro e Paolo, e la Chiesa della SS.ma Immacolata Concezione, che ospita nella cripta l’Antiquarium, un museo gratuito che espone sia materiale ceramico e numismatico risalenti al XII-XIII secolo, che manufatti databili tra la fine del Medioevo e l’inizio dell’Età Moderna. Seguirà pranzo in ristorante con bevande (incluso nella quota di iscrizione. Nel primo pomeriggio, breve trasferimento al SANTUARIO DELLA MADONNA DI MONTEVERGINE. Ingresso e visita guida guidata (a cura di guida locale) inclusi nella quota di iscrizione. Di fondamentale importanza, è il complesso mariano più visitato nel Sud Italia. Si trova a ben 1270 metri sul livello del mare, ai piedi del crinale del Partenio. Fondato nel 1118 da San Guglielmo da Vercelli, il santuario è stato più volte rimaneggiato ed ha attualmente un aspetto imponente e rigoroso. San Guglielmo da Vercelli volle consacrare alla Madonna una chiesa, che poi divenne nucleo centrale del complesso monastico. Della basilica antica, risalente al 1126, prima in stile romanico e poi rimaneggiata in gotico, non rimane nulla. Crollata nel 1629, fu ricostruita nel 1645 su progetto dell’architetto Giacomo Conforti. Durante la seconda metà dello scorso secolo, vista l’enorme affluenza di fedeli, si vide necessaria la costruzione di una Chiesa Nuova, realizzata dall’architetto romano Florestano Di Fausto. La chiesa, aperta al culto dal 1961, si arricchì in seguito di un nuovo campanile alto 47 metri. All’interno, oltre alle numerose opere d’arte delle diverse epoche, alcune esposte anche nel museo, si trova la grande icona della Madonna di Montevergine che campeggia sul Trono del vecchio altare maggiore nella nuova basilica. Il quadro, degli inizi del XIV secolo, rappresenta la Vergine Maria, attorniata dagli angeli, che tiene in grembo il Bambino Gesù. Caratteristica dell’opera, che ne giustifica anche il nome popolare di Mamma Schiavona, è il colore del volto, scuro abbastanza da farla annoverare tra le misteriose Madonne Nere. Nel complesso abaziale è presente anche un’erboristeria e un museo che raccoglie al suo interno i gioielli e le opere d’arte portate dai pellegrini nel corso dei secoli; numerosi sono anche i reperti archeologici ritrovati nel circondario del santuario e qui esposti. Nella chiesa c’è anche un busto di San Gennaro a ricordo della presenza del santo fino al trasferimento a Napoli nel 1497 e il monumento funebre di Filippo d’Angiò e sua moglie Caterina II di Valois. Al complesso che sorge sul monte Partenio, è collegato il Palazzo abbaziale di Loreto, ubicato nel centro della città di Mercogliano. Al suo interno si trovano una farmacia risalente al 1753 ed una biblioteca.
Segue trasferimento in hotel, cena e pernottamento.
 
Domenica 29 agosto
 Sveglia. Colazione.
Seconda giornata dedicata alla visita del cuore dell’Irpinia.
Inizieremo con Sant’Angelo dei Lombardi, e la visita guidata alla scenografica ABBAZIA DEL GOLETO, piccola perla dell’Irpinia, avvolta da una pace mistica quasi surreale. Nato come convento femminile, l'edificio è stato per circa due secoli un importante centro di vita spirituale fino al 1348, anno in cui si diffuse la peste nera, che segnò l'inizio di un lento declino conclusosi con la decisione di papa Giulio II (1506) di sopprimere la struttura alla morte dell'ultima badessa. Il complesso passò così ad un ordine monastico maschile che gli ridiede vita. Iniziò quindi una progressiva ripresa che ebbe il suo culmine, tra il XVII e XVIII sec., con il totale restauro del complesso e la costruzione di una chiesa, opera di Domenico Antonio Vaccaro. Durante le soppressioni napoleoniche l'abbazia fu abbandonata (1808) e le spoglie di San Guglielmo traslate nel vicino monastero di Montevergine; la spoliazione determinò la dispersione di molti arredi ed opere. A partire dal 1973, con l'intervento del Ministero dei Beni Culturali e della Sovrintendenza di Avellino e Salerno, il complesso è stato completamente restaurato e aperto al pubblico.
 
Proseguiremo poi verso il paese di BISACCIA, ove visiteremo il CASTELLO DUCALE (ingresso extra: €5 circa). Sorge su uno sperone del monte Calvario. Fu costruito dai Longobardi intorno alla seconda metà dell'VIII secolo. Le prime notizie storiche risalgono al 1077, in un atto di donazione viene citato un certo "Riccardo barone di Bisaccia" in qualità di proprietario del feudo. Distrutto dal sisma del 1158 fu ricostruito verso la fine del XIII secolo da Federico II di Svevia. Fu la volta degli Aragonesi e nel 1462 Bisaccia passò a Isabella, moglie di Federico d'Aragona. Verso la fine del '500 il Castello di Bisaccia appartenne a Giovan Battista Manso, amico del celebre poeta Torquato Tasso, che vi soggiornò nel 1588.
Ultimamente è stato inaugurato un museo che mostra vari reperti archeologici tra cui quelli della "Tomba della principessa di Bisaccia", riferibile all'età del Ferro (fine IX-VII secolo a.C.). La "Tomba della principessa" si distingueva dalle altre soprattutto per il prezioso corredo, impreziosito di ceramiche di valore e gioielli, elementi che indicavano una persona di alto rango.
Seguiranno momenti liberi, per pausa pranzo (non inclusa nella quota di iscrizione) da consumarsi individualmente.
 
Nel primo pomeriggio, faremo l’ultima tappa del nostro itinerario al CASTELLO DI GESUALDO, presso il paese che porta lo stesso nome. Ci attenderà una guida per la visita. Il costo dell’ingresso è extra: €5.
Di grande impatto visivo, Le origini si fanno risalire alla metà del VII secolo (epoca longobarda). Il complesso edilizio è delimitato da quattro torrioni circolari con cortine cinte da rivellini e con corte centrale, nella quale vi è una vera da pozzo finemente lavorata. Il Castello di Gesualdo, trasformato in residenza del principe Carlo Gesualdo verso la fine del 500, è ubicato al centro della parte antica del paese, che si origina intorno alla rocca edificata nel processo di incastellamento del territorio operato dai Longobardi.
Seguirà rientro verso Arezzo, con viaggio con almeno una sosta di 45 minuti ed arrivo previsto per le ore 24 circa.
 
 
€230
Acconto €80.
Supplemento singola €15
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Bus a capienza limitata per le norme di contenimento del Covid 19.
 
LA QUOTA COMPRENDE: Bus gt, la guida FD del Dott Michele Tocchi, 1 pranzo con bevande in ristorante (il 28/08), 1 cena in hotel (acqua in caraffa inclusa, altre bevande escluse), 1 pernottamento in hotel categoria 3*, la colazione del 29/08. Ingresso e visita guidata a cura di guida locale presso il Santuario della Madonna di Montevergine.

LA QUOTA NON COMPRENDE: il pranzo (libero) del 29/08; la eventuale tassa di soggiorno; l’ingresso al Castello Ducale di Bisaccia (€5 circa); l’ingresso e la guida al Castello di Gesualdo (€5 circa)









 

Data Responsabile Prezzo
Dal 28 August al 29 August 2021 Marco Fabbrini 057522476 e 3497866062 230,00