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PREDAPPIO

PREDAPPIO

Itinerario storico / artistico a cura del
Prof Michele Tocchi.
Pranzo in tipico ristorante romagnolo e visita al Duomo di Faenza


Partenza alle ore 07.00 da Arezzo Piazza Guido Monaco, ore 07,05 da Arezzo Via Erbosa. Possibilità di salita, su richiesta, nella zona di Sansepolcro. Sosta in autogrill per la colazione. Arrivo a PREDAPPIO. L’origine del nome, va probabilmente ricondotta all’espressione “petra appi”, in riferimento alla roccia giallastra, di tipo marnoso – arenaceo su cui è costruito il castello di Predappio Alta. Secondo altri, invece, deriva da “prato”. Altri ancora ritengono venga dall’insediamento in questa località dell’antica famiglia romana degli Appi. In epoca medievale Predappio appartenne al feudo della famiglia Calboli che, durante il XIII secolo, si afferma come rappresentante del potere guelfo in Romagna. La rocca, posta a controllo dei territori conquistati dai Calboli, venne poi occupata dai ghibellini forlivesi, dagli Orgogliosi, dagli Ordelaffi e dalle truppe del cardinale Albornoz. Il piccolo paese torna in auge in età contemporanea: nel 1883 nella frazione di Dovia nasce Benito Mussolini. Durante in Ventennio, il governo fascista organizza la costruzione di “Predappio Nuova”, un nucleo urbano destinato a celebrare le origini del dittatore con lo scopo di farne luogo di culto per gli italiani. Il progetto si compie in circa 15 anni, includendo la poderosa Rocca delle Caminate, residenza romagnola del duce ed il Cimitero di San Cassiano in Pennino, divenuto sin dal tempo della marcia su Roma meta di pellegrini desiderosi di rendere omaggio a Rosa Maltoni, la madre di Mussolini ivi sepolta.  Faremo una passeggiata guidata in quello che l’amministrazione comunale e il sito del comune definiscono “Museo Urbano: ha le caratteristiche di un «museo all’aperto» e si propone di essere una guida alla visita delle testimonianze più significative dell’architettura del periodo fascista, giunte a noi pressoché inalterate, attraverso un itinerario segnalato da pannelli esplicativi elaborati con testi ed immagini. Diventa possibile in questo modo «leggere» il paese recuperando la memoria storica ed il valore simbolico che questo assunse all’epoca, con l’obiettivo di contribuire a leggere in maniera critica attraverso un itinerario storico-artistico e culturale.
Il centro urbano di Predappio Nuova è costituito da un lungo viale (che oggi si chiama, ironia della sorte, Corso Matteotti), su cui sorgono varie costruzioni. In fondo al viale c’è la vasta Piazza S. Antonio, dominata dalla Chiesa omonima, realizzata tra il 1925 e il 1934. Sulla stessa Piazza si affaccia, dall’alto di una collinetta, il Palazzo Varano: di origine forse romana, fu in tempi più recenti sede delle scuole elementari per divenire poi sede del Municipio, funzione cui assolve tuttora. Interessante la scalinata di accesso al palazzo: vista dall’alto la gradinata ha la forma di una freccia che indica Rocca delle Caminate, antico castello medievale restaurato e donato a Benito Mussolini dall’Ente Provinciale Fascista di Forlì con il concorso di fondi elargiti da privati cittadini; la rocca è ben visibile, in lontananza, dalla sommità dei gradini. In Piazza S. Antonio è da segnalare la Casa del Fascio, edificio realizzato da Arnaldo Fuzzi tra il 1934 e il 1937. La Casa del Fascio si distingue per un’architettura monumentale, che rielabora in maniera originale il repertorio dell’architettura classica: di forte impatto la torre littoria, definita “virile e modernissima”. Percorrendo Corso Matteotti si vedono altre costruzioni che rappresentano la città fascista ideale: l’ex Albergo Appennino fu costruito per dare accoglienza ai cospicui flussi di pellegrini in visita a Predappio; l’Ufficio Postelegrafonico fu dotato di particolari accorgimenti tecnici che rendessero agevole il servizio; il Mercato dei Viveri fu progettato a forma di esedra, in modo da incorniciare visivamente la casa natale del Duce, che si scorge fra la vegetazione. A circa 1 km da Predappio il Cimitero di San Cassiano in Pennino, ricostruito completamente dal potere fascista in stile pseudo-bizantino, racchiude l’antica Pieve di San Cassiano (X-XI sec.). Nel cimitero è visitabile la tomba di Mussolini e della sua famiglia (recentemente vi è stato sepolto l’appena scomparso Romano Mussolini).
 
A fine mattinata, trasferimento a FAENZA per pranzo tipico in ristorante a base di cucina romagnola.
 
Nel pomeriggio faremo una visita guidata al Duomo di Faenza, nella Piazza della Libertà (contigua alla Piazza del Popolo), sede della Diocesi di Faenza-Modigliana ed uno dei simboli della città. La costruzione, iniziata nel 1474 durò decenni. Fu voluta dai Manfredi, allora signori incontrastati della città e molto attivi non solo nella difesa del territorio dai numerosi nemici dell’epoca (i Manfredi erano di parte “Guelfa”, sostenitori del Papa, mentre i “Ghibellini” combattevano per l’Imperatore) ma anche nel favorire arte e cultura. Terminata ormai da tempo la Signoria dei Manfredi, la facciata del Duomo rimase poi incompiuta dal 1581, anno della consacrazione dell’edificio al culto di S. Pietro Apostolo. Si notano subito i mattoni sporgenti, lasciati per sostenere le lastre di marmo che avrebbero dovuto coprire la facciata, ma i faentini sono ormai affezionati al loro Duomo così com’è. Di recente, un importante intervento di risanamento ha riguardato il tetto allo scopo di continuare a proteggere adeguatamente le opere presenti all’interno; tra queste, particolarmente importante, l’affresco del 1400 che mostra la Madonna che impugna frecce spezzate per difendersi contro i pericoli e liberarsi dai peccati. E’ la Beata Vergine delle Grazie, la cui intercessione fece in modo che la peste (tremenda e paurosa calamità in quei tempi) non raggiungesse mai Faenza. Le tre navate dell’interno custodiscono anche numerose sculture rinascimentali (arche marmoree con resti di Santi e un bel coro ligneo del 1517 dietro all’altare maggiore). Un altro aspetto interessante: il marmo del pavimento del Duomo racchiude molti fossili di ammoniti, conchiglie fossili a forma di spirale risalenti a più di 100 milioni di anni fa. Nel Medioevo si credeva che le ammoniti fossero antichi serpenti e i marmi che le contenevano erano molto ricercati ed ammirati dai pellegrini e dai fedeli. A fianco del Duomo vedremo una splendida fontana zampillante realizzata nel XVII secolo su progetto di Domenico Paganelli.
 
Alle ore 17 circa rientro verso Arezzo
€68
Acconto €20. Minimo 35 iscritti.
Pullman – materiale illustrativo – le spiegazioni e la visita di Predappio e del Duomo di Faenza a cura del Prof Michele Tocchi – pranzo in ristorante tipico con menù romagnolo e bevande
 

 

Data Responsabile Prezzo
Il 21 January 2018 Marco Fabbrini 057522476 e 3497866062 68,00