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NELLA TERRA DI CONFINE FRA LAZIO E CAMPANIA

NELLA TERRA DI CONFINE FRA LAZIO E CAMPANIA

Spiritualità, arte, archeologia, paesaggi e tratti di mare fra mito e leggenda


ABBAZIA DI MONTECASSINO
SESSA AURUNCA
LA COSTA DOMITIA E GLI SCAVI ARCHEOLOGICI DI MINTURNO
LA RIVIERA DI ULISSE: GAETA e SPERLONGA




PROGRAMMA
Sabato 25 settembre 2021

Partenza alle ore 5,30 da Via Erbosa Edicola (unica salita prevista in Arezzo città per questo itinerario).
Possibilità di salita, su richiesta a Pieve al Toppo ed ai Caselli di Monte San Savino, Valdichiana e nlle zone lungo il percorso autostradale da cui pervenissero iscrizioni. Sosta in autogrill di 45 minuti.
Arrivo all’ABBAZIA DI MONTECASSINO. E’ situata sulla sommità del monte, e la sua vista già ci accompagnerà dall’autostrada apparendoci in tutto il suo maestoso ed abbagliante candore. Quassù arrivò nel 529 San Benedetto da Norcia fondando il primo nucleo dell’abbazia ed infondendo in essa la forza della sua fede e della sua rigida regola che esige (assieme alla preghiera) il duro lavoro manuale. Riusciremo a capire come questo appartato angolo di terra sia stato per un lungo periodo un faro nella vita religiosa e culturale d’Italia. Ma, soprattutto, la nostra mente si soffermerà ad immaginare l’inferno di quella battaglia che vide, durante l’ultima guerra, l’abbazia di Montecassino teatro e protagonista: fu completamente distrutta il 15 febbraio 1944, e, pochi anni dopo la guerra ricostruita velocissimamente.
Successivo spostamento di circa un’ora ed arrivo a SESSA AURUNCA.
Pranzo con bevande compreso nella quota di iscrizione.
Nel pomeriggio, visita di questa splendida città. Borgo medievale di straordinaria vivacità architettonica, con quartieri colorati, presenta un abitato che si allunga con i suoi tesori artistici sul crinale di un rialzo roccioso, che domina un panorama suggestivo tra montagne vulcaniche. Fondata dagli Aurunci in epoca preromana, Sessa Aurunca entrò a fare parte dei domini romani nel 314 a.C. Nell’Alto Medioevo fece parte del ducato di Benevento, per poi passare alla Santa Sede e venire infine ceduta agli Angiò, che la concessero in feudo alla famiglia dei Mazzarano. Successivamente entrò stabilmente a far parte del Regno Napoletano sia sotto gli Aragonesi sia sotto i Borboni. Noteremo come la struttura attuale del borgo ripeta le forme romane: Corso Lucilio era l’antico cardo latino, mentre, trasversalmente al corso furono innestate le vie minori, e tutto attorno fu edificata a più riprese la cinta muraria. Nel Medioevo l’abitato si ritrasse nella zona del Borgo Superiore, compresa fra Piazza Ercole e Via Ferranzio. La zona più bassa, il Borgo Inferiore, fu abbandonata progressivamente e fu ricostruita qualche secolo più tardi con diverse cinte murarie. Noteremo come il Borgo Superiore ci si presenterà come una fitta e variopinta ragnatela di piccoli vicoli, in parte lastricati, che salgono e scendono, adattandosi alla naturale irregolarità del terreno. Visiteremo Piazza Duomo, in cui si protende lo splendido portico duecentesco, capolavoro dell’architettura romanica campana, sorretto da pilastri con capitelli scolpiti. Edificato nei primi anni del 1100, riplasmato nel 1200, e ancora nel 1700, il Duomo presenta notevoli elementi decorativi normanni ed arabi. Saliremo quindi, nella parte settentrionale del Borgo, al Castello Ducale, La sua sala espositiva è gestita dalla Soprintendenza Archeologia della Campania con proprio personale. Vi sono ospitati, in un unico ambiente, una piccola parte dei reperti archeologici provenienti dagli scavi condotti dalla Soprintendenza tra il 1999 e il 2003 nell’area del Teatro Romano della città, uno dei più grandi e fastosi dell’Italia romana, re che noi ammireremo dall’alto e dall’esterno nel corso di questa giornata.  I materiali, prevalentemente marmorei, si distinguono per la loro conservazione e altissima qualità. Si tratta, infatti, di statue appartenenti alla galleria celebrativa d’età Antonina che decorava il frontescena del teatro. Oltrepassato l’ingresso, sul fondo della sala, colpisce l’imponente statua bicolore rappresentante Matidia Minore, cognata dell’imperatore Adriano, benefattrice della città e artefice del restauro del teatro d’età augustea. La statua è formata da due tipi diversi di marmi: grigio per la lunga veste e bianco per il ritratto e le altre parti nude del corpo. Matidia è rappresentata con il panneggio svolazzante e gonfiato dal vento come una divina Aura che si manifestava al popolo apparendo al centro dell’edificio scenico. Si tratta non solo di un capolavoro assoluto dell’arte romana, frutto del lavoro di officine orientali impegnate per la casa imperiale, ma anche della statua policroma rappresentante un personaggio della famiglia imperiale più completa pervenutaci e del primo ritratto noto di Matidia Minore.
Trasferimento in hotel, sistemazione nelle camere, cena e pernottamento
 
Domenica 26 settembre 2021
Sveglia e colazione.  
Percorreremo la Costa Domitia.
Prima tappa a MINTURNO
Entreremo nel Comprensorio Archeologico Antiquarium Minturnae (costo extra €5)
Gli scavi, condotti sulla direttrice della Regina viarum e nelle aree adiacenti, hanno riportato in luce un interessantissimo tratto della strada, decumano massimo della città romana, e due cardini a essa ortogonali. Su un lato dell’Appia è ora visibile la scalinata di accesso al grande santuario urbano già riportato in luce negli scavi degli anni ’30 del secolo scorso (attribuibile a Venere genitrice e quindi correlato alle origini della dinastia giulio-claudia), mentre di fronte è stato rinvenuto un grande complesso architettonico identificabile come Augusteum, oltre a resti frammentari degli apparati decorativi databili alla fine del I sec. a.C. in intonaco dipinto, stucchi, marmi dell’edificio monumentale destinato al culto imperiale, ed eccezionali testimonianze della decorazione architettonica del santuario ascrivibili a età Flavia. Le due strade ortogonali alla via Appia delimitano dal punto di vista urbanistico un isolato omogeneo, e racchiudono - esaltandolo - il grande complesso destinato al culto imperiale, realizzato nell'ambito della propaganda politica di Augusto all’inizio del suo principato. Questo eccezionale complesso urbanistico racconta tanto altro: dalla precedente fase repubblicana della colonia, attraverso le testimonianze dei pavimenti delle ricche domus sulle quali fu impostata la città imperiale, ai secoli di vita della città dopo la caduta dell’Impero romano di occidente, attraverso le evidenze di riuso delle strutture del santuario… giungendo alla fine di Minturnae e della via Appia romana, attraverso una spettacolare deposizione di blocchi architettonici posizionati sul tracciato stradale per impedirne la percorribilità), forse in un’ultima strenua difesa da nemici provenienti - come nelle tante battaglie dei secoli a venire al Passo del Garigliano - dal fiume. Successivo trasferimento a GAETA. Il suo porto naturale ha fatto della città nel passato una temuta piazzaforte, funzione ancora testimoniata dal castello, che fino a pochi anni fa era adibito a reclusorio militare e che oggi ospita la scuola nautica della Guardia di Finanza. Apprezzata località balneare, ha i porticcioli di S.Maria, Porto Salvo e S.Antonio sempre gremiti di barche da diporto e le spiagge aperte su dolcissime insenature fitte di verde. Il nucleo della città è la rettangolare e alberata Piazza del Municipio, punto di convergenza di tutto l’abitato. Interessante è il Duomo (del secolo XI, ma rifatto nel 1700) che conserva il primitivo campanile romanico arabeggiante. Ci sposteremo poi a piedi alla spiaggia di Serapo, a sud ovest del Monte Orlando, in un punto dove la montagna presenta tre spaccature verticali (che la leggenda dice essere prodotte dal terremoto che seguì la morte di Cristo): qui sorge dal XI secolo il Santuario benedettino della S.S. Trinità, meglio conosciuto come Santuario della Montagna Spaccata.  Seguiranno alcune ore libere da impiegare per la vostra pausa pranzo (in questa seconda giornata non inclusa nella quota) o per passeggiare o fare una tappa in spiaggia. Trasferimento successivo e breve tragitto di pochi chilometri fino a SPERLONGA. Integre sono ancora le caratteristiche che hanno fatto di Sperlonga una delle spiagge preferite dagli antichi Romani: il vasto arenile, le scogliere che movimentano la costa, le grotte che le dettero il nome (“speluncae”).  Ci sposteremo infine al paese, raccolto su uno sperone a picco sul mare, circondato da uliveti e formato da case candide.
 Alle ore 17 circa prenderemo il pullman per rientro in Arezzo dopo una sosta in autogrill di 45 minuti
€210
Acconto €80.
Supplemento singola €20.
Sconto per gli under 18: pagano €160
La quota comprende: Bus Gt – il servizio guida FD a cura del Dott Michele Tocchi per tutto l’itinerario
Il pranzo (bevande incluse) di sabato 25 settembre. La cena (acqua in caraffa inclusa, altre bevande extra) di sabato 25 settembre. Hotel categoria 3*. La colazione di domenica 26 settembre. Non sono inclusi: il pranzo di domenica 26 settembre, ingresso agli scavi di Minturno (ad oggi €5) e la eventuale tassa di soggiorno
                                                                                                         


 

Data Responsabile Prezzo
Dal 25 September al 26 September 2021 Marco Fabbrini 057522476 e 3497866062 210,00